Uno studio dell’Osservatorio Smart AgriFood ha certificato che sono già 132 le soluzioni digitali applicate nella distribuzione, dallo smart packaging ai sistemi per l’ottimizzazione della logistica, al blockchain
La rivoluzione digitale sta trasformando l’agrifood italiano, migliorandone la competitività con 300 applicazioni di smart agrifood già applicate lungo la filiera, dalla produzione alla trasformazione, dalla distribuzione al consumo. Lo spaccato emerge da un recente studio svolto dall’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con il Laboratorio Rise dell’Università degli Studi di Brescia.
Sono 132 le diverse soluzioni attualmente applicate nella distribuzione, come sistemi per l’ottimizzazione della logistica, piattaforme e-commerce e food delivery, blockchain. E con il 91% dei 90 top retailer italiani che hanno già implementato le innovazioni digitali. Va infatti sottolineato, ricorda la studio, che l’80% dei mobile surfer italiani utilizza lo smartphone nelle decisioni di acquisto o per relazionarsi con i propri marchi preferiti.
Da un’analisi di 57 case study la ricerca ha dimostrato che le tecnologie consentono alle aziende di migliorare soprattutto la qualità, concetto che oggi si è allontanato dal mero aspetto di gusto e viene influenzato da più fattori, aspetti nutrizionali, sicurezza alimentare, provenienza della materia prima, impatti ambientali e sociali dei processi produttivi, welfare animale, qualità del servizio.
Il digitale, in particolare, interviene in modo sostanziale nella tracciabilità, riducendo i costi e aumentandone i ricavi. Gi strumenti più utilizzati per migliorare la tracciabilità sono barcode (39%), Rfid (32%), sistemi gestionali (32%), Big Data (30%), tecnologie mobile (21%), e in maniera minore IoT (Internet of things) e blockchain. I settori più interessati all’innovazione per la tracciabilità si sono dimostrati la filiera ortofrutticola (30%), seguita da quella della carne (23%) e dei prodotti lattiero-caseari (14%).
Uno dei tanti utilizzi della tecnologia digitale riguarda il packaging: oggi sono sempre più diffusi quelli smart (o intelligenti) e funzionali (o attivi), che crescono a un ritmo del 7% l’anno. Ovvero da una parte materiali che forniscono informazioni sull’integrità del prodotto, per esempio in termini di eventuale sbalzo termico sofferto o danno meccanico, e che possono essere utilizzati anche per veicolare informazioni nutrizionali. Un ambito che va incontro alle esigenze di un consumatore sempre più informato. Dall’altro packaging che interagiscano con il contenuto e migliorino per esempio la shelf-life.
Complessivamente, ricorda lo studio, l’agricoltura 4.0 in Italia, che va dalle etichette intelligenti ai sensori e droni nei campi, vale già oggi 100 milioni di euro.